Immagina di avere un conto in banca
sul quale ogni mattina vengono accreditati 86.400 €.
Ogni sera la banca cancella da
quello stesso conto qualsiasi cifra non sia stata spesa durante la giornata.
Cosa faresti con 86.400 € giornalieri? Li spenderesti tutti fino all’ultimo
centesimo?
In realtà tu già disponi di un
conto simile; si chiama tempo.
Ogni giorno ti vengono accreditati
86.400 secondi.
A mezzanotte in punto puoi
considerare perso qualsiasi ammontare non investito saggiamente durante la
giornata.
Non puoi andare in rosso e non puoi
accumulare tempo. Non puoi chiedere anticipi né dilazioni.
Devi vivere il presente.
Investi tutti i tuoi 86.400 secondi
in salute, felicità e successo.
L’orologio non si ferma mai ... Non
sprecare il tuo tempo!
Passare una notte con
disturbi intestinali, sete ed insonnia dopo
una piacevole serata in pizzeria, è cronaca di un numero sempre più crescente di persone di ogni età.
Una
buona pizza per essere tale non deve procurare sete e non deve essere
indigesta.
Purtroppo
sempre più spesso mangiamo pizze preparate con farine troppo ricche di
proteine, glutine, amido resistente, “resistente”
perché non digerito dagli enzimi digestivi dell’intestino tenue, con additivi e stabilizzanti.
Farine
per pizze con il 20-30% di farina Manitoba, con elevato contenuto di proteine e
di glutine ... Da evitare.
NO ALLA FARINA
MANITOBA
Vengono utilizzate
farine molto forti (w da 280 a 420). Con queste farine la pizza è un
concentrato di glutine, che forma un impasto robusto in grado di "reggere" pomodoro e mozzarella
oppure altri ingredienti.
Se il tempo della lievitazione non è adeguato durante la cottura ad alte
temperature si ha la reazione di Maillard
con formazione di proteine glicate: Unione di glucosio con un aminoacido delle
proteine delle farine. Le proteine glicate sono molecole aggressive contro le
pareti intestinali e, se assorbite nel sangue, possono danneggiare il sistema
vascolare e la matrice extra cellulare.
Inoltre nella pizza è
presente l’amido resistente.
Le farine per lo più
usate dai pizzaioli (non tutti però, onore e merito ai veri pizzaioli) possono
risultare non compatibili con il nostro intestino.
Le parti della pizza
che non vengono digerite nel tenue transitano nel colon, dove vengono "mangiate" da miliardi di batteri
con produzione di gas (meteorismo), con comparsa di disturbi intestinali.
Inoltre si ha un
richiamo di acqua dal sangue all'interno dell'intestino con comparsa di sete
prolungata nella notte.
Una pizza pesa 150 g (base) con una dose di carboidrati attorno a 90 g circa,
in grado di far salire la glicemia dopo averla mangiata, con secrezione di
insulina. Contiene circa 20 grammi di proteine.
Gli ingredienti usati
sulla pizza condizionano la sua qualità alimentare. Esistono mozzarelle
ottenute con latte in polvere, con dosi elevate di furosina, molecola aggressiva contro i villi intestinali e tessuto
connettivo corporeo. Se la pizza non ha farine e ingredienti adeguati è un
alimento in grado di compromettere igiene e benessere intestinale come pochi
altri alimenti. Consiglio di limitare il consumo di pizza in esercizi
commerciali di passaggio (stazioni, aeroporti, self-service).
Secondo lo studio il consumo di dolci può aiutare a migliorare le abitudini sul controllo alimentare
Sembra un paradosso, ma mangiare cibi dolci potrebbe
aiutare a rimanere in forma ed a non ingrassare. Uno studio della Georgia State University (Usa), pubblicato sulla rivista
Hippocampus, ha scoperto che i cibi dolci inducono il cervello a formare la
memoria di un pasto e, questa, può aiutare a migliorare le abitudini sul controllo alimentare.
I dolci, secondo i ricercatori, attiverebbero i neuroni dell'ippocampo dorsale,
che è la parte del cervello fondamentale per la memoria episodica. Si tratta di
quella memoria degli eventi autobiografici vissuti in un determinato momento e
luogo.
“Crediamo che la
memoria episodica possa essere utilizzata per controllare il comportamento
alimentare”, ha detto Marise Parent, una delle autrici dello studio. La
letteratura scientifica è ricca di ricerche che hanno dimostrato come,
aumentando gli spuntini, aumenta anche il rischio obesità. Secondo i
ricercatori, quindi, si dovrebbe intervenire su come il cervello controlla la
frequenza dei pasti.
Nel nuovo studio, un pasto costituito da una soluzione
zuccherata, saccarosio o saccarina, ha aumentato l'espressione della plasticità
sinaptica nei neuroni dell'ippocampo dorsale dei topi. La plasticità sinaptica
è fondamentale per la creazione dei ricordi. Questo significa che alimenti
zuccherati possono aiutare a formare memorie, "ricordando" al
cervello di avere un maggior controllo sulle abitudini alimentari.